Niente da fare. La parità di retribuzione tra donne e uomini in Sicilia (così come nella gran parte d’Italia) resta ancora un miraggio.
È ciò che emerso dallo studio condotto dallo Spi Cgil Sicilia e presentato questa mattina al San Paolo Palace di Palermo.
Netto divario nella retribuzione
Stando ai dati emersi dalla ricerca effettuata dallo Spi Cgil Sicilia, l’importo medio di una pensione di vecchiaia per una donna siciliana si aggira attorno agli 823 euro mensili.
Un uomo nelle stesse condizioni ne percepisce, invece, in media 1.326 euro.
Ciò significa che a livello di pensioni medie, tra donne e uomini in Sicilia esiste un gap di circa 500 euro mensili.
Dato che peggiora ulteriormente se prendiamo in analisi l’Italia intera, dove in media una donna in pensione percepisce 945 euro e un uomo 1.669.

Spostando la lente d’ingrandimento sulle pensioni d’invalidità, emerge come una donna siciliana riceva mediamente 578 euro, mentre un uomo 769.
Un divario netto e di cui questa mattina a Palermo ha discusso una platea al femminile, alla presenza di diverse esponenti della Cgil, sia a livello regionale che nazionale.
Tra loro Maria Concetta Balistreri, membro della segreteria regionale, la quale ha così parlato:
“Stiamo accendendo un faro sulla condizione delle donne. La posizione previdenziale si costruisce piano piano nel corso di tutta la carriera lavorativa”.
Il gap tra uomo e donna in Sicilia non si registra, infatti, soltanto a livello pensionistico, bensì già in età lavorativa.
Un operaio siciliano in media guadagna 14.199 euro l’anno, mentre una parigrado di sesso femminile riceve soltanto 7.545 euro annuali per svolgere lo stesso lavoro.
Va un po’ meglio per gli impiegati, fascia in cui il gap è minore, ma comunque presente.
Un uomo siciliano in questo settore riceve in media 24.471 euro annui, mentre una donna 14.573.
Un quadro uomo guadagna poi mediamente 59.962 euro l’anno e una donna 51.858, mentre a livello di dirigenti, gli uomini percepiscono poco più di 100.000 euro annui e le donne 54.509.
Considerando l’anno 2022, a fronte di una spesa previdenziale e assistenziale complessiva di oltre 230 miliardi nel settore privato in Italia, per le donne si sono spesi circa 37 miliardi in meno che per gli uomini.
Tutto ciò nonostante le pensioni delle donne siano due milioni in più.
Un trend che deve essere senza dubbio cambiato il prima possibile.
Un Paese civile non può continuare ad accettare un tale divario tra donne e uomini a livello salariale.