Si celebra oggi il 43esimo anniversario della strage di Ustica, un incidente di cui, ancora oggi, si sa ben poco. Mentre anno dopo anno i parenti delle vittime scavano ancora per cercare di arrivare ad una verità rispetto a quanto accadde quella sera, è intervenuto Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna: “Insieme all’associazione dei familiari delle vittime chiediamo che, dopo quindici anni dalla riapertura delle indagini sugli autori materiali di uno degli episodi tra i più gravi e oscuri della nostra storia recente, venga finalmente fatta completa giustizia”.
La notte del 27 giugno 1980, l’aereo DC9 Itavia, partito da Bologna e diretto a Palermo, fu probabilmente abbattuto: nella strage persero la vita 81 persone. È d’obbligo, tuttavia, usare il condizionale, in quanto non sono ancora state accertate le vere cause dell’incidente, e circolano tuttora diverse teorie – mai confermate – sull’accaduto. “Il dolore dei familiari non si spegne, come la nostra volontà di chiedere l’ultimo pezzo di verità sugli autori e sui responsabili materiali”, ha continuato Bonaccini, che ha ricordato come manchino ancora “i nomi di autori e responsabili”.
Alcune dichiarazioni
Bonaccini ha concluso affermando che “non è accettabile per i parenti delle vittime, né degno di un Paese democratico”, non essere ancora arrivati ad una verità rispetto l’accaduto. Tuttavia, ottenere giustizia non è semplice, e per arrivare a ciò è “necessario impegno comune sul piano diplomatico”. Inoltre, è fondamentale chiedere “al Governo di utilizzare gli strumenti utili per comporre la completa verità: proseguendo sulla desecretazione con l’applicazione della direttiva Renzi-Draghi e rifinanziando i fondi per la digitalizzazione degli atti della strage di Ustica”.

Non mancano le parole dei parenti delle vittime, che da 43 anni lottano per ottenere giustizia sulla tragedia di Ustica. Gli stessi, infatti, chiedono il finanziamento per attuare la direttiva Renzi sulla desecretazione degli atti legati alle stragi. “Dobbiamo continuare a portare avanti l’impegno sulla desecretazione e la digitalizzazione degli atti sulle stragi, e dobbiamo continuare a seguire il lavoro, perché i finanziamenti al momento sono stati interrotti dal Governo“, ha spiegato Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime di Ustica.
Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari della strage del 2 agosto 1980, ha recentemente criticato la scelta del Governo di inserire nel Comitato consultivo sulla desecretazione degli atti anche quello denominato “Verità sul disastro aereo di Ustica”, che supporta la tesi di una bomba a bordo del DC9.
L’associazione e la strage
Nel frattempo l’associazione è al lavoro per diventare una Fondazione, e quindi per costruire un museo, portare avanti la memoria della strage e digitalizzare gli atti, tra le altre iniziative: se tutto dovesse proseguire secondo i tempi, a partire da settembre la Fondazione sarà realtà. Su questo, è intervenuta Bonfietti: “Abbiamo fatto i nostri compiti, abbiamo modificato l’associazione e fatto un nuovo statuto. Ora deve essere il Comune di Bologna a completare il percorso nel breve-medio periodo. Tutti i passaggi amministrativo-burocratici li abbiamo fatti, da settembre dovremmo essere pronti, vedremo cosa dirà il sindaco”. Bonfietti si è detta sicura che “la prossima tappa sarà la trasformazione in Fondazione, perché non siamo eterni“.