Il capoluogo siciliano è celebre per le sue attrazioni turistiche di fama mondiale, ma è anche un luogo intriso di aneddoti, leggende, e tradizioni popolari che sfuggono spesso all’attenzione dei visitatori.
Lo sapevate che c’è la targhetta di un fiume scomparso, una volta protagonista della città? O che il vecchio fantasma di una suora può farvi inciampare nei gradini di un complesso lirico, se non credete alla sua leggenda?
In questo articolo, esploreremo alcune delle curiosità e storie più affascinanti di Palermo, offrendo ai curiosi turisti, ma anche ai locals, la possibilità di immergersi più profondamente nella cultura e nelle tradizioni di questa affascinante città.
1. La Fontana della Vergogna: troppa nudità
Iniziamo il nostro viaggio alla scoperta delle curiosità di Palermo con la “Fontana della Vergogna”, un complesso architettonico situato in Piazza Pretoria. Questa fontana, costruita nel 1554, aveva originariamente una destinazione diversa: era destinata al giardino di Luigi di Toledo a Firenze. Tuttavia, dopo essere stata acquistata dal Senato palermitano a causa di problemi finanziari della famiglia originale, fu collocata nella piazza di fronte al Comune di Palermo.
Ciò che rende questa fontana così interessante è il suo soprannome insolito: “Fontana della Vergogna.” Questo soprannome deriva dalla nudità delle statue che adornano la fontana, che suscitò l’indignazione di molti palermitani.
A causa delle polemiche e dei pettegolezzi sulla sua nudità, la fontana fu soprannominata in modo dispregiativo. Si narra addirittura che le suore di un convento vicino uscissero di notte per vandalizzare le statue e coprire le parti intime.
2. Il Genio di Palermo: un patrono sovrannaturale
Il “Genio di Palermo” è uno dei simboli più iconici della città, affiancato a Santa Rosalia, ed è considerato una figura sovrannaturale che protegge Palermo e i suoi abitanti. Numerose rappresentazioni del Genio, raffigurato come un uomo di mezza età con barba, corona e un serpente che gli azzanna il petto, si trovano disseminate per le vie del centro e dei dintorni di Palermo. Per ammirare queste opere scultoree, è possibile visitare luoghi come Villa Giulia, Piazza delle Rivoluzione, Palazzo Pretorio o la Vucciria.
3. Il Conte di Cagliostro: l’affetto per il malcalzone
Nato a Palermo nel 1743, Giuseppe Balsamo, noto come il Conte di Cagliostro, è una figura avvolta da un alone di mistero e fascino. La sua vita è stata segnata da avventure, alchimie e truffe.
Nonostante la sua figura ambigua e la sua condanna da parte della Chiesa per eresia, Palermo ha dedicato persino una strada a questo personaggio nel cuore del famoso mercato di Ballarò.
Un murales raffigurante il Conte di Cagliostro, con l’aggiunta di un naso rosso da clown, è visibile all’interno del vicolo, testimoniando l’interessante connessione tra la città e questa figura enigmatica.
4. Il Fiume Scomparso: il “fiume del maltempo”
Un’altra curiosità affascinante riguarda la storia geografica di Palermo. Un tempo, la città era fortificata e circondata da due fiumi: il Papreto e il Kemonia, noto anche come Canizzaro, che aveva il soprannome di “fiume del maltempo” a causa delle sue frequenti inondazioni.
Questi due fiumi delimitavano il primo nucleo cittadino di Palermo, che corrisponde all’attuale centro urbano.
Oggi, una targa posta in via Porta di Castro commemora il corso d’acqua scomparso, ricordandoci un’epoca in cui la geografia della città era molto diversa.

5. Shoefiti: Le scarpe sospese
Una tendenza curiosa che ha preso piede a Palermo è lo “shoefiti”, un termine derivato dalla combinazione di “shoe” (scarpa) e “graffiti”. Questa pratica comporta il lancio di scarpe da tennis legate tra loro per mezzo delle stringhe sui cavi dell’elettricità o dei telefoni.
Sebbene questa tendenza sia nata negli Stati Uniti e si sia diffusa in molte parti del mondo, a Palermo assume significati diversi e spesso enigmatici.
Alcuni credono che sia un modo per segnalare luoghi di spaccio, altri ritengono che sia un rito legato al raggiungimento di obiettivi, mentre altri ancora lo considerano un rituale per allontanare le entità malvagie. Non mancano coloro che sollevano delle obiezioni riguardo al decoro urbano.
6. La Buca della Salvezza: storia di fughe miracolose
Una delle storie più affascinanti legate a Palermo è quella della “Buca della Salvezza”. Situata in via dell’Alloro, nel quartiere storico della Kalsa, questa storia racconta di due patrioti che si rifugiarono nella cripta della Chiesa degli Angeli, nota anche come la “Gancia”, durante l’ultima rivoluzione antiborbonica il 4 aprile 1860.
Dopo giorni di reclusione senza cibo né acqua, riuscirono a scavare un buco attraverso il quale comunicarono la loro presenza a delle donne che passeggiavano all’esterno della chiesa.
La loro fuga riuscì grazie a una lite orchestrata dalle donne per distrarre le guardie, permettendo ai due uomini di uscire dalla cripta attraverso la “Buca della Salvezza”. Questo luogo è ed è stato a lungo oggetto di pellegrinaggio di ringraziamento.
7. La Palazzina Cinese e la sua tavola matematica
Una delle attrazioni meno conosciute di Palermo è la “Palazzina Cinese”, un edificio che sfugge ai tradizionali percorsi turistici ma che merita sicuramente una visita.
Questo edificio, costruito nel 1798, fu commissionato da Re Ferdinando IV di Borbone quando fu costretto a lasciare Napoli a causa dell’occupazione francese. Insieme alla moglie Carolina, si trasferì a Palermo e incaricò l’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia di costruire una dimora elegante e raffinata. Situato all’interno della Real Tenuta della Favorita, oggi conosciuta semplicemente come Parco della Favorita, il palazzo presenta uno stile architettonico cinese unico.
Durante la visita, i visitatori possono ammirare decorazioni che spaziano dal gusto orientale a quello neoclassico, con dettagli di ispirazione araba. Di particolare interesse è la sala da pranzo con la “tavola matematica”, un ingegnoso sistema che consentiva di far arrivare direttamente in tavola i piatti tramite funi e passaggi sotterranei, evitando la presenza di servitori in sala.
8. La Monachella del Teatro Massimo: il gradino della suora
Concludiamo il nostro viaggio tra le storie di Palermo con una leggenda associata al Teatro Massimo Vittorio Emanuele, il più grande edificio lirico d’Europa. La leggenda narra che durante la demolizione degli edifici presenti nell’area destinata alla costruzione del teatro, la tomba di una suora fu profanata.
Si crede che il risveglio dello spirito della suora abbia causato la sua presenza intermittente tra i sotterranei dell’edificio, e talvolta durante gli spettacoli sul palcoscenico.
Si dice che coloro che mostrano scetticismo riguardo a questa leggenda potrebbero incorrere in una maledizione lanciata dal fantasma: inciampare su quello che la tradizione popolare ha soprannominato il “gradino della suora” all’ingresso dell’edificio.
Quest’ultima curiosità conferma che le storie di un posto, prima di inciampare nei suoi gradini, è meglio conoscerle. A meno che non si preferisca che un fantasma ce le venga a raccontare.