A Palermo spazio al gusto e all’accoglienza. Dove? Al Barconi, una gelateria gestita da ragazzi migranti insieme a un team di professionisti della ristorazione. Tra coni e coppe, spazio per un nuovo progetto d’inclusione di cui fanno parte altre realtà della ristorazione palermitana, come Moltivolti, il cocktail bar Altrove e il Bed & Breakfast Sopra.
Il nome della gelateria, gestita da Alagie Malick, Assie Cachou Leslie, chiamata anche Leslie, e Christine Essoh, non è casuale. Con il suo nome, Barconi vuole richiamare ai mezzi che i migranti utilizzano per scappare dalle loro terre, e con cui spesso vengono identificati: i barconi, appunto. I giovani migranti non solo portano in questa realtà la loro voglia di lavorare, ma anche le loro diverse origini.
Un po’ più sul progetto
Un progetto fondamentale, che si inserisce in una cornice dove, sempre più, i diversi e ‘gli stranieri’ vengono emarginati dal contesto sociale, per preconcetti e pregiudizi largamente diffusi. A fornire la consulenza tecnica al Barconi, che ha aperto nel 2022, è il maestro gelateriere palermitano Antonio Cappadonia.

Cappadonia fornisce lo stesso gelato che finisce nelle carapine, e che viene poi maneggiato e venduto dai gestori. Lo chef di Moltivolti, Antonio Campo, ha spiegato a PalermoToday che l’obbietivo è quello di replicare il Barconi, che “per noi è un progetto pilota”. Barconi è riuscito ad aprire a Palermo grazie al sostegno della Fred Foundation, che ha sede in Olanda, e della Fondazione Svizzera Haiku Lugano.
Barconi, oltre ai gelati, offre anche dei deliziosi dolci, che arrivano direttamente da Moltivolti: questi sono frutto della collaborazione tra la pasticciera Mara Gorgone, e lo chef Campo. Stagionalità, freschezza e varietà sono le chiavi di questa gustosa gelateria.
Le testimonianze
A raccontare la propria esperienza è Alagie Malick, tra i gestori della gelateria: “Per me la parola Barconi è associata a ricordi molto brutti, al mio viaggio nel Mediterraneo, eppure questa parola oggi significa speranza. Avevo 16 anni quando mi sono messo in viaggio e ci sono voluti cinque mesi per raggiungere Pozzallo, è stata molto dura. Ma oggi sono responsabile di una gelateria in Piazza Mediterraneo e anche questa è una cosa che mi fa sperare”, ha dichiarato.
“Ho imparato a servire il gelato, a gestire la cassa, e tanto altro ma la cosa che mi ha sempre colpito è la fiducia che ci è stata data fin dall’inizio. I migranti spesso sono visti soltanto come persone da aiutare, non come persone che possono fare qualcosa e che hanno un valore”, ha concluso. Tante le speranze che ripone nel proprio futuro, ma una su tutte spicca: quella di aprire un ‘modello Barconi’ in tutto il mondo. Nello specifico, nei Paesi di provenienza dei tanti ragazzi e ragazze coinvolti in questa realtà inclusiva, quindi in Ghana, Mali o in Costa d’Avorio. Chissà cosa riserverà il futuro per questi giovani.