Le proteste per l’abolizione del reddito di cittadinanza sono tornate anche a Palermo. Ieri, lunedì 28 agosto, sono scesi in piazza i percettori del sussidio per protestare contro la sua abolizione. In città la manifestazione ha preso il via da piazza Vittorio Veneto, dove una cinquantina di percettori si sono riuniti per dar vita a un corteo che è poi arrivato sotto la sede dell’assessorato regionale al Lavoro. Altre manifestazioni si sono svolte a Cosenza e Napoli. Nel capoluogo campano il corteo ha sfondato il blocco delle forze dell’ordine che cercava di impedirne l’accesso alla rampa dell’autostrada. La tensione, sopratutto nel Sud del Paese, rimane alta e non si escludono nuove proteste nelle prossime settimane.
Le proteste per reddito di cittadinanza a Palermo
A guidare la protesta in città è stata l’associazione Basta volerlo. “Ad oggi – sottolinea Davide Grasso, presidente dell’associazione, al Giornale di Sicilia – nella piattaforma online risultano soltanto 80 offerte di lavoro a fronte di circa 270mila disoccupati siciliani. Sono oltre 45mila le famiglie che da settembre percepiranno 350 euro al mese con il nuovo supporto per formazione a lavoro che non sarà neanche semplice da ottenere, ci sono addirittura 5 step da superare“.

La protesta, come detto, è arrivata fino all’assessorato regionale al Lavoro. Durante il corteo sono stati scanditi cori contro il Governo e contro Giorgia Meloni. Le preoccupazioni, stando a quanto raccontato dai manifestanti, riguardano il pagamento di bollette e affitti. Senza il reddito di cittadinanza in molti non sanno come potranno far fronte a queste spese. “Il 25 agosto mi hanno caricato la scheda e nel pomeriggio dello stesso giorno l’Inps mi ha comunicato che mi avrebbe sospeso il reddito – ha raccontato un manifestante a Palermo Today – Ora dicono che dovrei fare domanda per l’assegno da 350 euro, ma io ne pago 400 di affitto. Che devo fare? Pago le bollette e non pago la casa? Chiediamo un lavoro immediato“.
C’è anche chi si commuove: “Piango perché sono incavolato con me stesso. Sono andato a vendere delle cose, a due o tre euro. A 51 anni devo fare questa vita?“.
Reddito di cittadinanza: la situazione
A creare tensioni e malcontento è stata la decisione da parte del Governo di abolire il sussidio. Dall’1 agosto sono state migliaia le persone che hanno ricevuto, tramite sms, la comunicazione dell’interruzione del reddito di cittadinanza. Si tratta dei nuclei familiari “al cui interno non vi siano persone con disabilità, minorenni o persone con almeno sessant’anni di età”.
Il reddito continuerà, invece, a essere garantito fino al termine dell’anno per i “soggetti in condizione di disabilità media, grave e di non autosufficienza, oltre che per i minorenni e le persone con almeno sessant’anni di età”. Anche per queste categorie, però, l’erogazione verrà bloccata al 31 dicembre 2023.
Il Governo ha, comunque, annunciato altre misure per i nuclei famigliari in difficoltà. C’è l’assegno di inclusione, che sarà riconosciuto a partire dal primo gennaio 2024 quale misura di sostegno economico. L’importo dell’assegno è composto da un’integrazione del reddito fino a 6mila euro all’anno, che salgono fino a 7.560 se il nucleo familiare è composto da persone di età pari o superiore a 67 anni o da altri familiari in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza.
C’è anche il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl), un’indennità pari a 350 euro al mese, erogata per un massimo di un anno a chi partecipa a progetti di formazione, qualificazione professionale e orientamento.