Poche settimane ancora e uno dei simboli del Novecento sparirà dalle strade di Palermo. La Tim ha già provveduto a porre gli avvisi e si prepara a smontare le ultime 362 cabine telefoniche rimaste nella città siciliana. Ad autorizzare la fine di questi apparecchi è stata una delibera dell’Agcom, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che ha consentito a Telecom Italia Mobile di rimuovere le cabine.
Finisce la storia delle cabine telefoniche a Palermo
Quando cellulari e smartphone non erano alla portata di tutti (o non esistevano affatto), per generazioni di adolescenti di tutta Italia le cabine telefoniche hanno rappresentato un bene unico. Tra gli anni Settanta e Novanta, anche per sentirsi al telefono bisognava darsi appuntamento. Oggi può sembrare impossibile, eppure un tempo davanti alle cabine telefoniche si doveva fare la fila per telefonare.
Questi apparecchi, che fanno parte della storia italiana, però sono ormai caduti in disuso e presto verranno dismessi.

Si appresta, dunque, a terminare una storia che dura da oltre mezzo secolo. Erano, infatti, gli anni Cinquanta quando la prima cabina telefonica venne montata in piazza San Babila, a pochi passi dal Duomo di Milano. Poi a macchia d’olio, il servizio si diffuse in tutta Italia con il boom negli anni Settanta, quando vennero lanciate, in alternativa ai gettoni, le prime schede telefoniche che poi diventeranno un oggetto per collezionisti ancora oggi amatissime. L’avvento dei cellulari ha, poi, purtroppo o per fortuna, inevitabilmente fatto precipitare l’attività dei telefoni pubblici, portandoli quasi al disuso. E così già dal 2009, Telecom ha iniziato a smantellare gli impianti quando il numero aveva raggiunto quota 103.861.
Se a Palermo è rimasta qualche centinaia di cabine, in tutto il Paese sono ancora attive (per pochi giorni) circa 16 mila postazioni, oltre a quelle in luoghi pubblici e privati a elevata frequentazione (ospedali, caserme, centri di accoglienza, scuole) e alle linee gestite da esercizi commerciali (bar, ristoranti).
Ma quali sono le motivazioni della fine delle cabine telefoniche? A rispondere ci ha pensato Tim: “Negli ultimi anni si è assistito a un minore utilizzo delle postazioni di telefonia pubblica, dovuto sostanzialmente alla diffusione sempre più capillare dei telefoni cellulari, degli internet point e soprattutto dei phone center per i cittadini stranieri. Alla luce di questi nuovi modelli di comportamento e di utilizzo dei servizi di telefonia nel Paese, a maggio 2023 l’Autorità di settore, a conclusione della sua verifica, ha stabilito con una delibera che non è necessario continuare a garantire la disponibilità del servizio di telefonia pubblica stradale, nell’ambito degli obblighi del servizio universale”.
seguendo le nuove direttive dell’Agcom, quindi, Telecom Italia ha la possibilità di dismettere gli impianti stradali, ma dovrà mantenere le postazioni presenti all’interno dei luoghi di rilevanza sociale, in particolare, leggendo le direttive: negli ospedali e nelle strutture sanitarie equivalenti, nelle caserme dove non sia presente il segnale mobile e nelle carceri. Non è chiarissimo che fine faranno le cabine che verranno smontate: “Tim – si legge nella nota della compagnia – sta definendo lo scenario di evoluzione del parco impianti stradali di telefonia pubblica, che vedrà concorrere importanti attività di dismissione con selezionate opportunità di valorizzazione”.