Una cena di gala ai Giardini del Massimo di Palermo, a scopo benefico, dedicata a Mareme Cissè, la chef senegalese del ristorante Ginger di Agrigento, vittima di un recente episodio di razzismo. Si è svolta il 30 agosto alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Palermo Roberto Lagalla.
Una cena di gala a Palermo per Mareme Cissè
Maremè Cissè è finita sulle pagine della cronaca nazionale delle scorse settimane quando una coppia di clienti aveva deciso di non cenare al ristorante dopo aver saputo che ai fornelli c’era una donna nera.

Episodio, duramente criticato sui social, che ha poi innescato una lunga catena di solidarietà soprttutto da parte di numerose associazioni.
La cena è stata cucinata a quattro mani proprio da Maremè Cissè a fianco dello chef di casa Gianvito Gaglio e riservata a 60 persone con un’offerta libera a partire da 80 Euro, il cui ricavato sarà interamente devoluto alla missione Speranza e carità di Biagio Conte.
“L’evento organizzato ieri dai Giardini del Massimo è stata una bella serata durante la quale si sono mescolate diverse suggestioni e dove si è fatta giustizia di un valore che per questa città è sacro e che non riguarda solo l’accoglienza o dell’inclusione, ma è quello dell’ibridazione delle culture, delle esperienze e delle tradizioni. Dunque, siamo stati ben contenti di ospitare a Palermo Mareme Cissé, una professionista che ha subito un ingiusto torto, ma che viene ripagata dalla soddisfazione che già le proviene dal suo lavoro e ieri sera anche dal nostro apprezzamento” ha affermato il sindaco Roberto Lagalla
Chi è la chef senegalese e il suo cous cous è il migliore del mondo
Mareme Cissè è nata in Senegal, si trova in Italia dal 2004, è chef e madre di quattro figli – tre dei quali nati in Italia – che hanno tra i 20 e gli 11 anni.

Innovativa, creativa ed energica, così è descritta sul sito del suo ristorante e sono proprio l’energia, la forza di volontà e la caparbietà che le permettono di superare le difficoltà dei primi tempi in Italia, in cui era senza lavoro, non conosceva la lingua, lontana dalla sua famiglia in Senegal e con il primogenito da crescere.
“Dovevo lavorare e avevo una sola arma: la cucina. Cucino da sempre,” – racconta Mareme – “da quando in vacanza da scuola andavo nel ristorante delle mie zie a Dakar. Nel 2005, ho cominciato a cucinare a casa qui ad Agrigento per le persone che mi venivano a trovare, le facevo sedere a tre tavoli allestiti in soggiorno”.
La svolta arriva nel 2013: “Ho ricevuto una chiamata dalla cooperativa Al Kharub: stavano organizzando una cena di raccolta fondi e hanno deciso di rivolgersi a me”. La cena divenne l’occasione per conoscersi.
Da quell’incontro nacque l’idea di aprire al pubblico: “Prima, nel 2014, come locale da asporto, poi due anni più tardi, grazie anche ai tanti clienti che chiedevano di potersi fermare a mangiare, abbiamo aperto il ristorante”.
Per Mareme il ristorante agrigentino Ginger – People&Food è il quinto figlio: il menù è una creativa fusione di ricette del Senegal con la tradizione e gli ingredienti locali, così da far emergere le comuni origini delle due tradizioni culinarie.
Il cous cous è il suo pezzo forte: nel 2019 la chef vince il campionato mondiale al Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo.
Lei lo prepara esclusivamente con semola di grano duro siciliano bio, lavorato a mano e cotto al vapore, come da antica tradizione. In carta da Ginger, Mareme ne propone tre versioni, di carne, di pesce, vegetariano.
Ma non mancano mai riso, legumi e ingredienti come la manioca e il miglio, “che alcuni non conoscono e che assaggiano da me per la prima volta”.
In cucina anche le alghe, la citronella e le bevande come il tamarindo: una cucina che riprende i piatti siciliani unendoli ai sapori africani.
Fra gli antipasti spicca il Wiri wiri (gira, vota e firrìa) ovvero cipolla paglina di Castrofilippo ripiena di pollo e verdure con salsa a base di senape di Digione, zenzero e miele della Valle dei Templi.
Al Kharub, che in arabo significa carrubo, pianta simbolo dell’area mediterranea, dà il nome alla cooperativa sociale Al Kharub che nasce ad Agrigento nel 2011 e si occupa di creare opportunità lavorative e facilitare l’inserimento di persone in condizioni di svantaggio tramite l’apicoltura e la ristorazione.
Il progetto dedicato all’apicoltura all’interno del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, Ape Slow, punta alla reintroduzione dell’ape nera locale sull’isola. “Chi entra da Ginger è come se salisse sul treno della mia vita” – conclude Mareme – “È bello che il mio lavoro venga apprezzato anche qui in Sicilia, lontano dal mio Senegal. Bello perché tre dei miei figli sono nati in Italia e io stessa mi sento e definisco siciliana”.