D’estate, si sa, è corsa alla vacanza: al mare, in montagna… all’estero, ognuno ha la sua. In famiglia, da soli, o con il proprio partner, quando si sceglie di andar fuori la prima cosa a cui si fa attenzione è la scelta dell’alloggio: hotel, casa vacanze, b&b… la selezione è vastissima. Restando sull’argomento, secondo una recente analisi del Centro studi enti locali, Palermo sarebbe tra le città meno care per il pagamento dell’imposta di soggiorno. Il dato è emerso confrontando i vari comuni italiani capoluogo di regione e le diverse tariffe adottate. Questo è un dato che interessa sia gli hotel a una stella, che le strutture più lussuose. Tuttavia, a seguito di una delibera varata dal Consiglio comunale di Palermo lo scorso giugno, dal primo ottobre scatterà l’adeguamento che farà aumentare, nel 2024, il gettito d’imposta da 3,8 a 6,3 milioni di euro.
Il report del Centro Studi enti locali evidenzia le differenze tra le diverse strutture ricettive, quindi hotel e alberghi. Per una struttura a una stella nelle principali città italiane, ai turisti vengono chiesti: 50 centesimi a Palermo – cifra che aumenterà a un euro a partire dal prossimo autunno -, Perugia e Potenza; 3,50 euro a Firenze; un euro ad Ancona, Cagliari e Venezia; 1,20 euro a Trieste; 2 euro a Catanzaro, Genova, Milano e Napoli; 2,30 euro a Torino, e 3 euro a Roma. A Trento viene chiesto 1,50 euro.
Dalle due stelle in su
Continuando a guardare il report del Centro Studi enti locali, per gli alberghi a due stelle Palermo, Perugia e Potenza si confermano tra le città meno care in relazione all’imposta di soggiorno. Queste, insieme ad Ancora e Cagliari, chiedono soltanto un euro. Se la media è di 1,90, al di sotto di questa troviamo Catanzaro, Genova, e Trieste, che chiedono 1,50 euro a turista, così come Trento.

Diversamente, se si va in un hotel a tre stelle i prezzi tendono ad aumentare. La media dell’imposta di soggiorno è pari a 2,6 euro. al di sotto di questa troviamo Cagliari, Genova, Palermo, Perugia e Potenza, che chiedono un importo pari a 1,5 euro. Ancona Catanzaro, Trieste ne chiedono invece due. Al di sopra della media troviamo invece Torino – con 2,8 euro -, Napoli e Venezia – con 3,5 euro -, Roma e Milano – 4 euro – e Firenze, con sei euro. Trento, invece, ne chiede 2.
Dai quattro stelle in su
Restando in tema turismo, quando si passa alle quattro stelle le città più costose rimangono le stesse. In cima spicca ancora Firenze, la più cara fra tutte. In questo caso l’imposta di soggiorno è pari a 7 euro, contro la media che è pari a 3,4 euro. Sotto Firenze troviamo Roma e Milano, con un’imposta pari a 6 e 5 euro. Seguono Napoli e Venezia con 4,5 euro, e Torino con 3,7 euro. Chiudono la classifica Genova con 3 euro, Trieste con 2,2 euro, e Ancora, Cagliari, Perugia e Potenza ferme a due euro. L’imposta di Palermo, per ora pari a 2 euro, diventerà di 4 euro a partire dal primo ottobre prossimo. Trento e Catanzaro, invece, chiedono 2,5 euro. Per l’ultima categoria, quella degli hotel a cinque stelle, Firenze è sempre in vetta alla classifica, con 8 euro. Con una media di 4 euro, seguono Roma con 7 euro, Milano, Napoli, Torino e Venezia, che hanno stabilito una tariffa pari a 5 euro, e Genova, che chiede 4,50 euro. A Trento, infine, la tariffa è pari a 3 euro.