Cu nesci, arrinesci. Chi esce, riesce. Con questo proverbio siciliano, Stefania Auci ha battezzato la saga della famiglia Florio, grande protagonista della sua epopea letteraria intitolata I Leoni di Sicilia. Un romanzo storico, una narrazione epica incentrata suuna delle più note casate di Sicilia: una storia che intreccia legami di sangue, passioni, colpi imprenditoriali e – con il lasciapassare degli antenati Florio – anche un po’ di fortuna, sullo sfondo di una Sicilia e di un’Italia che si vanno formando così come le conosciamo oggi.
Dopo il successo editoriale riscosso da i primi due libri della saga, editi tra il 2019 e il 2021, oggi I Leoni di Sicilia è diventata una serie originale, descritta come un vero e proprio kolossal italiano, distribuita on demand sulla piattaforma Disney+. Tra i protagonisti, Michele Riondino, Donatella Finocchiaro, Miriam Leone, Eduardo Scarpetta e Vinicio Marchioni, che arricchiscono la storia diretta da Paolo Genovese alla scoperta delle radici della Sicilia e di una famiglia che ha fatto la storia dell’isola. Ai primi quattro episodi, resi disponibili il 25 ottobre 2023, ne hanno fatto seguito altri quattro, rilasciati l’1 novembre 2023, a completare l’arco narrativo dei primi due volumi della saga di Auci: I leoni di Sicilia e L’inverno dei Leoni.
I Leoni di Sicilia, di cosa parla la serie Disney+
Traendo ispirazione dalla narrazione di Stefania Auci, con alcune modifiche alla storia letteraria, Paolo Genovese, regista del famoso Perfetti sconosciuti, tesse la trama della serie de I Leoni di Sicilia raccontando la storia – a tratti epica – della famiglia Florio e del loro cammino verso il successo e il riconoscimento sociale in Sicilia. Il racconto si apre nel 1799, quando Paolo Florio, insieme a suo fratello Ignazio e sua moglie Giuseppina, decide di lasciare Bagnara Calabra dopo il violento terremoto che ha sconvolto lo stretto di Messina e cercare fortuna a Palermo, in Sicilia. Da semplici “stranieri”, decidono di aprire un’aromateria di spezie, e nonostante le iniziali difficoltà, diventano in poco tempo commercianti di successo.
Ovviamente, la loro fortuna non è ben vista dai nobili della città, che guardano con sospetto l’ascesa di questa famiglia di umili origini, considerati alla stregue di “facchini”, il cui successo continua a “puzzare di sudore”. Nonostante le sfide e le critiche, i Florio continuano a prosperare, grazie soprattutto all’intraprendenza di Vincenzo, figlio di Paolo e Giuseppina, che, prima sotto la guida dello zio Ignazio, e poi da solo, come un abilissimo imprenditore moderno, desidera non solo accumulare ricchezza, ma anche ottenere un titolo nobiliare sposando una donna nobile. Tutto per raggiungere quel riscatto sociale che i nobili palermitani si sdegnano di riconoscergli.

Tuttavia, i suoi progetti ambiziosi si scontrano con i sentimenti. Infatti, Vicenzo è costretto a ricalibrare il suo piano di gloria quando incontra, innamorandosene all’istante, Giulia Portalupi, una forestiera milanese. Nonostante la loro fervente passione, il giovane Florio non accetta di sposare Giulia, dal momento che non sarebbe vantaggioso, in quanto la ragazza è priva di nobiltà. Ma se da un lato il destino di Vincenzo è orientato alla grandezza negli affari, dall’altro gli riserva non poche sfide per comprendere che l’amore, alla fine, conta più del peso sociale di una famiglia. Peso, che verrà raccolto e portato sulle spalle con ligio senso del dovere anche da Ignazio, figlio di Vincenzo e Giulia, il quale dovrà fare i conti con un’eredità pesante e decidere se mettere un veto ai sentimenti in nome dei Florio.
La saga dei Florio: ascesa e declino di una famiglia siciliana
La famiglia Florio e la sua eredità, sia materiale sia immateriale, per decenni quasi dimenticata fuori dall’isola, deve il suo ritorno sulle scene proprio al romanzo di Auci. Infatti, sia tramite il racconto letterario sia tramite il kolossal di Disney+, I Leoni di Sicilia hanno ricostruito la genealogia di una stirpe cha ha contributo a dare lustro alla Sicilia e alle sue ricchezze. I Florio, una famiglia originariamente costituita da modesti commercianti di spezie immigrati dalla Calabria, sono riusciti nel corso di poche generazioni a creare un impero commerciale che ha avuto un impatto significativo non solo sull’economia dell’isola, ma anche sulle politiche monarchiche dei Borboni e successivamente dei Savoia. Tuttavia, come spesso accade, la fortuna è instabile, e anche se in poche generazioni la famiglia Florio è riuscita a raggiungere l’apice del successo, ne bastò una sola sfortunata per perdere tutto, compresa la memoria della grandiosa impresa commerciale.
Sicuramente, uno dei frutti più famosi di “Casa Florio” è il Marsala, un vino fortificato che stava guadagnando popolarità tra gli inglesi all’inizio dell’Ottocento. La cantina fondata nel 1833 da Vincenzo Florio si è distinta per la sua dedizione alla qualità piuttosto che al prezzo e alla quantità delle bottiglie prodotte, rendendo il Marsala il vino preferito dalla nobiltà europea.

All’indole imprenditoriale vincente di Vincenzo, fa da erede il piglio pacato, ma ugualmente arguto, del figlio Ignazio Senior, il quale fondò le Flotte Riunite Florio, che divennero la prima compagnia di navigazione italiana. Nel 1874, acquisì le isole di Favignana e Formica per la somma di 2.700.000 lire, dove istituì una grande tonnara con uno stabilimento conserviero noto come la Tonnara di Favignana. Qui, introdusse un metodo di produzione innovativo. Infatti, il giovane rampollo della dinastia di “aromatari” ebbe per primo l’intuizione di conservare il tonno, la più grande ricchezza di Palermo, sottolio, avviandone un commercio proficuo che fu alla base del successo di Casa Florio, che diventò proprietaria delle maggiori tonnare del litorale.
Nel 1891, Ignazio Florio Senior morì e suo figlio Ignazio junior prese il controllo dell’azienda di famiglia, contribuendo con successo alle diverse attività familiari per molti anni. Un esempio della grandezza della famiglia Florio è rappresentato da Villa Igiea a Palermo, inizialmente concepita come un sanatorio ma presto trasformata in uno dei più lussuosi hotel d’Europa. Progettata da Filippo Ernesto Basile, un famoso architetto dell’Art Nouveau noto anche per il Teatro Massimo di Palermo, la villa era decorata con pitture Liberty di Ettore de Maria Bergler e arredata con grande gusto da Vittorio Ducrot. Nel 1906, il fratello di Ignazio, Vincenzo Jr., che si era dimostrato un brillante uomo d’affari, si rivelò anche un grande sportivo, organizzando numerosi eventi, tra cui la celebre corsa automobilistica “Targa Florio”, che divenne emblema dell’epoca d’oro per la famiglia Florio.
Tuttavia, si trattò degli ultimi sfarzi di una grande stirpe, dal momento che di lì a pochi anni iniziò la graduale decadenza della famiglia, causata soprattutto dalle numerose spese sostenute da Ignazio Florio Jr. e da una gestione finanziaria scadente delle attività dell’azienda.